La felicità viene descritta come uno stato d’animo piuttosto complessivo e distaccato rispetto all’esperienza immediata, uno stato emotivo positivo, sperimentabile come sensazione di essere appagati, di provare, benessere e fiducia nella vita e nella presenza benevola e costante degli altri accanto a noi.
La felicità é una conquista personale, un’attitudine esistenziale che si costruisce durante il percorso di crescita e sviluppo, e che porta ad acquisire la certezza di essere persone meritevoli e degne di amore, in grado di realizzare la maggior parte degli obiettivi stabiliti.
Essa può essere quindi paragonata a un tratto del carattere, uno stato psicologico piuttosto stabile nel tempo e che ha un’origine prevalentemente interna alla persona.
Le sue principali declinazioni sono: la serenità, l’appagamento, la fiducia nel futuro, un moderato e stabile entusiasmo per le cose di tutti i giorni, l’accettazione delle difficoltà come momenti dai quali imparare qualcosa , l‘arrendevolezza, la sensazione di possedere pacata distanza da qualsiasi particolare bisogno o mancanza.
Le variabili della felicità
Età: non vi sono dati sufficienti a dimostrare che la giovinezza è l’età peculiare della felicità, al contrario essa sembra essere maggiormente legata alla crescita dell’esperienza e del sentimento di autonomia che età più avanzate possono procurare.
Genere sessuale: non vi sono sostanziali differenze di genere, se non per l’intensità, che pare essere maggiormente percepita dalle donne.
La salute: la buona salute correla in positivo con la felicità e viceversa, come d’altra parte si è potuto constatare che l’infelicità e gli eventi traumatici possono considerarsi causa primaria di malattie fisiche, dalle più lievi alle più gravi. Del resto la salute intesa come buona vita sociale e professionale, discrete relazioni, tempo libero, attività fisica e sessuale, è già di per sé sinonimo di soddisfazione e felicità.
Aspetto fisico e intelligenza: esiste una correlazione positiva tra aspetto fisico e felicità, anche se non è univoca, né di facile interpretazione. Entrano in gioco anche valori quali la sicurezza di sé e l’auto-stima.
Aspettative: fattori di partenza come una buona situazione economica, un buon livello di istruzione, ottime doti fisiche-attitudinali correlano positivamente con la maggiore percentuale di realizzazione di progetti e quindi di felicità.
Lavoro, cultura, reddito: a prescindere dal tipo di attività professionale, il fatto di conseguire ottimi risultati, oggettivamente e soggettivamente percepiti (successo, importanza, riconoscimento pubblico e personale), correla positivamente con un adeguato livello di felicità e soddisfazione. Alcuni studi testimoniano infatti che occupazioni poco coinvolgenti e ripetitive sono percepite come frustranti e poco realizzanti, con ricadute non positive sui personali sentimenti di felicità o soddisfazione. Per quanto riguarda istruzione e cultura, la felicità sembra correlare positivamente con tali variabili all’interno delle classi meno abbienti, i cui membri appaiono più soddisfatti se si elevano culturalmente o migliorano il loro livello di istruzione. Se consideriamo assieme istruzione e reddito, sono tuttavia più felici le persone più facoltose e colte di quelle provenienti da ceti popolari, poco istruite e a basso reddito. Circa il reddito viene dato per scontato che persone con maggiori mezzi finanziari siano più felici di persone scarsamente insufficienti da un punto di vista materiale; nelle fasce intermedie invece le differenze sono minime.
La personalità e la felicità
La variabile carattere e personalità incide sulla felicità in modo più rilevante di quanto non lo siano le condizioni esterne sinora rilevate. Per molti studiosi la felicità è infatti paragonabile ad un tratto del carattere, si presenta cioè come uno stato psicologico piuttosto stabile nel tempo, che permane tale anche in situazioni diverse e che ha un’origine prevalentemente interna alla persona. Tuttavia tale permanenza dura solo per brevi periodi, come altri studi testimoniano. Associati alla felicità abbiamo tratti quali:
estroversione, poiché consente di conseguire migliori e più importanti relazioni sociali, più numerose amicizie, maggiori caratteristiche di assertività in ambito professionale, più adeguata espressione delle emozioni e degli affetti in relazione agli altri;
ottimismo, poiché consente il raggiungimento di migliori risultati, aumentando i sentimenti di auto-efficacia e fiducia nei propri mezzi e quindi conseguentemente nell’esistenza;
fiducia in se stessi, intesa come sentimento di autostima e fiducia nel proprio giudizio e operato, come anche nella capacità di associare le proprie legittime aspirazioni con la realtà concreta (obiettivi realisticamente fondati), il sé ideale con il sé reale (ciò che voglio essere con ciò che realisticamente posso diventare);
senso di controllo su di sé e il proprio futuro; le persone più felici sentono che il loro locus of control è interno, rispetto a quelle che sentono la loro vita guidata da eventi esterni o che si sentono in balia del caso.
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