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Immagine del redattoreNicola Sensale

La difficile vita dell’Ombra: il Male e il Sé inferiore

Cos'è l'Ombra. Quella parte della personalità che nessuno desidera vedere e attribuire a se stesso. Quella porzione di vita interiore che si nasconde, predilige i conflitti, non ama la pace, si nutre di rancore, vittimismo e sentimenti rivendicativi. Jung la chiamava l’Ombra, Freud la negatività o coazione a ripetere il conflitto, Pierrakos l’intenzionalità negativa o Sé inferiore. Nessuno ama vedere la propria negatività, se non per attribuirla agli altri, sotto forma di male o cattiveria. Occorre un grosso sforzo di onestà interiore per volgersi verso le parti più oscure del proprio sé e con amore benevolo e sospensione del giudizio, ammettere e accogliere la negatività internamente posseduta. Per trasformarla. 



Diamo per scontato che abbiamo tutti una parte di distruttività dentro di noi (rabbia repressa, propositi vendicativi o punitivi sugli altri, incattivimento, voglia “di farla pagare”, piacere di agire perversamente, farlo apposta, etc, etc.) Ciò che distanzia l’uomo comunemente negativo dall’uomo doloso, malizioso o criminoso, é la mancanza di coscienza, ovvero l’ingenuità nell’agire il male, mentre l’altro tipo di uomo lo sa, lo fa intenzionalmente, ne ricava piacere, non ha morale. Si tratta di un piccolo gruppo di persone, talmente piccolo e patologico, di cui qui non ci interessa approfondire l’esistenza. 



Occupiamoci pertanto di noi comuni: l’unico modo per percepire dentro di noi la presenza del male, é quello di sentire scrupolo, vergogna, rammarico, senso di colpa sano quando agiamo comportamenti della cui liceità, anche solo a posteriori, siamo  i primi a dubitare. Se percepiamo questi sentimenti, per quanto scomodi, allora siamo vivi, siamo sani, siamo pronti a riconoscere la presenza del Male o dell’Ombra che agisce dentro di noi. Se invece non sappiamo stare al gioco, ovvero se non proviamo mai rammarico o dispiacere nelle situazioni difficili della nostra vita, se non abbiamo mai la sensazione che noi abbiamo ha che fare con ciò che ci accade, allora non c’é ancora in noi una reale volontà o una possibilità di trasformare l‘Ombra. 



Per riconoscere l’Ombra e la sua difficile vita, difficile perché sotterranea, perché stancante, perché ci rende conflittuali, dobbiamo fare subito un patto con noi: impegnarci a rendere estranee al nostro vocabolario mentale frasi come “io non provo mai rabbia, a me piace  la pace, non comprendo perché le persone non possano parlarsi civilmente quando sono nervose”, oppure più semplicemente frasi come é colpa sua, io non centro nulla, io mi sono sempre comportato bene, lui é il cattivo”. Non comprendere perché gli altri provino a volte la rabbia, é come dire non riuscire a provare empatia per chi ha sofferto, é come dire non sentire mai la propria parte sofferente e arrabbiata.  



E’ infatti umanamente impossibile che la rabbia o la negatività appartengano solo agli altri. Oltre al fatto che la rabbia é un’emozione adattiva, senza la quale non saremmo sopravvissuti ai grandi predatori delle epoche più remote, siamo tutti un po’ negativi e rabbiosi, per il solo fatto di esser scesi sulla terra. La terra è un posto in cui ci sono accadute molte cose difficili, le quali ci hanno dissuaso dal sentirci sempre in amore con gli altri. La terra é un posto che, nonostante i nostri sforzi, prima o poi incattivisce.


Incattivirsi significa possedere l’orientamento ad agire qualche volta negativamente. La rabbia degli umani é infatti diversa da quella degli altri mammiferi, perché si associa al piacere di agirla. E’ una questione di morale.


Gli altri mammiferi non hanno categorie morali di riferimento, noi si. Noi umani siamo afflitti dal tema della giustizia. Non diciamo mai “mi fa male quella cosa, mi fa male quel rifiuto! meglio che stia lontano da quella persona, da quella situazione”, oppure “meglio che io provi a spiegarmi a far capire cosa mi fa stare male, meglio che la risolva altrimenti mi incatttivisco”.


Diciamo subito“non é giusto!, non é così che doveva andare, non era quello che mi aspettavo, come ha fatto a non capirlo? Adesso deve pagare”. Ecco che siamo pronti per ricevere la visita della negatività, come una cattiva compagnia si presenta a noi per indurci in tentazione.


La tentazione ad agire negativamente per rimettere le cose a posto, allo scopo, nobile per altro, di provare piacere da contrapporre al dolore o alla frustrazione. Perché bisogna provare piacere nella vita, é una questione di sopravvivenza. Non possiamo “stare qui” solo per provare dolore.


Va bene allora anche provare piacere in modo distorto, se tutte le altre strade per provare gioia e amore per la vita sono bloccate o così sembra. Lo dico ancora una volta: perdere la capacità di provare piacere ucciderebbe la vita dentro di noi, se abbiamo sperimentato che ogni altra via é preclusa, non c’é che la possiblità del piacere negativo. Lo abbiamo appreso nell’infanzia. 


Ci sono mille modi per farla pagare, ovvero per agire negativamente, solo che non é visibile, é sotto la soglia della coscienza, perciò non lo si può cambiare tanto facilmente. Bisogna sorvegliarla questa nostra tendenza ad agire il male e occorre analizzarla, ma non é per niente facile, specialmente se si crede di poterlo fare da soli.


Per lo più torneremmo, con un ragionamento circolare a convincerci di non avere nulla da modificare in noi. Ma c’é un altro grosso problema da affrontare: possediamo un’autostima troppo bassa per accettare un’identificazione negativa. Come possiamo sopportare il pensiero che non é vero che siamo così buoni come vorremmo far credere di essere? Ecco dunque un’altra ragione per resistere a quell’indagine. 



La nostra tendenza ad agire il male  si attiva tuttavia solo in particolari circostanze ma quanto basta per procurarci dolore e conflitti tremendi. Perché in pochi attimi possiamo distruggere cose che abbiamo impiegato anni a costruire.


Per il resto del tempo siamo in amore con gli altri e con il mondo e se ci pensiamo bene, questo é veramente un miracolo, vista la difficoltà di sostenere dolore, rifiuti e frustrazioni di ogni genere.


Vista cioé la difficoltà di sostenere la prova. Si chiama anche dualità questa prova, ovvero l’esistenza contemporanea in noi e intorno a noi di costanti opposti: la rabbia e la gioia, la vita e la morte (o la malattia), l’estate e l’inverno, l’amore e l’odio, l’aspettativa fiduciosa e la delusione della stessa. La vera crescita si misura nella tolleranza di questi opposti, lo dicono tutte le scuole filosofiche o psicologiche.


Ma non c’é crescita se questa tolleranza é solo mentale, ovvero se non é mai sperimentata. Anche Gesù disse agli Apostoli “Se amate solo quelli che vi amano, che merito avete? l’amore non é quando le cose vanno bene, é troppo facile”. 


C’è un altro mistero da risolvere a proposito dell’Ombra.


Poiché infatti tutti ci chiamiamo fuori e pensiamo che il male lo fanno solo gli altri, non si capisce come mai allora esista il male nel mondo, visto che nessuno pensa di  avere contribuito a provocarlo.


Se analizziamo i grandi conflitti di cui l'umanità sta soffrendo in questo momento possiamo comprendere, utilizzando il concetto di Ombra, come essi siano il frutto di azioni e reazioni in cui tutti i contendenti agiscono negativamente, ma senza averne coscienza. 



Un altro aspetto dell’Ombra (e che spiega il precedente mistero) é che essa, essendo tale, ovvero nascosta, agisce al riparo di una maschera che non ne consente il disvelamento. La maschera più nota è quella del bravo ragazzo.


Con quella maschera indosso ogni persona si sente al sicuro e saprà che il male é sempre attribuibile agli altri. Il punto é che siccome ognuno si sente un bravo ragazzo, nella coppia avremo ad esempio un incontro tra maschere uguali che insisteranno a contrapporsi, così che nessuno farà una ammissione, nessuno tenterà un passo in avanti o cercherà una propria responsabilità. L’incontro tra due bravi ragazzi é l'origine dei conflitti nella coppia.  


In queste poche righe, per quanto ci é possibile, tentiamo di dare forma all’Ombra che nella Core Energetica viene definita con il nome di Sé inferiore. L’utilizzo del termine Sé deve darci l'idea che si tratta di una parte della personalità reale, ovvero una parte vera. Una parte che necessita di essere conosciuta e integrata: é piena di forza, ma se continua ad agire al riparo della maschera, noi continueremo a trovarci in conflitto con gli altri.


Non é forse speranzoso credere che siamo noi ad agire parti distruttive, ovvero parti malate nelle situazioni difficili che accadono nella nostra vita? Attribuircene la responsabilità, invece che attendere che siano gli altri a modificare i loro comportamenti negativi, mentre noi essendo bravi ragazzi non dobbiamo fare nulla (ovvero cambiare é compito del cattivo), può diventare un modo molto rapido per uscire dai conflitti e dalle situazioni negative.


Anche perché, colui che viene designato come cattivo, di solito è così arrabbiato per questo che di solito contrattacca. Altro che cambiare. 



Sarebbe meglio provare a lavorare sul Sé inferiore, come la Core Energetica suggerisce, nel tentativo di capire di cosa stiamo parlando qui.


Ma c'è un altro aspetto che rende rilevante e appetibile questo impegno: il fatto che al di  sotto del Sé inferiore c'è la parte più bella e preziosa della personalità umana profonda, il Core, ovvero il nucleo vitale della ricchezza personale.


In fondo il Sé inferiore non è altro che un gendarme incattivito che opera nel tentativo di proteggere la parte più bella di noi, quella in cui risiedono i sentimenti dell'amore, della sincerità, della lealtà, della voglia di cambiare e far crescere il mondo, di aiutare gli altri ed essere operosi.


Poiché questa parte é stata ferita, danneggiata, il Sé inferiore la protegge. Mette odio e rabbia dove prima c'era amore. Solo che usa maniere forti che sono andate fuori controllo, lontane dallo scopo originario di proteggere il Sé.


Il Sé inferiore vive infatti di vita propria, é assertivo e come abbiamo detto prima, é privo di scrupoli, ama il piacere distorto (vincere, controllare, schiacciare, manipolare, punire, vendicarsi) non ha morale, o meglio, ha un suo goffo senso della morale, definito “giustizia in proprio”, benché la morale sociale, ovvero quella di tutti gli altri, riesce a temperarlo e talvolta a fermarlo. Il senso di colpa cioé, vince sul Sé inferiore, come il banco vince sempre a carte, ma fino alla mano successiva.


I criminali invece che non hanno senso morale e non sono neanche ostacolati dalla morale collettiva, posseggono un Sé inferiore subumano e totalmente fuori controllo. 



Il Sé inferiore é egoismo puro, quando é agito non riconosce più gli altri e la loro esistenza e non ha più contatto con gli umani sentimenti più morbidi, se non con l’ira, la collera, la violenza etc.


Quando il Sé inferiore si manifesta, togliendosi la maschera sotto la quale si occulta, avviene la trasformazione. Il Sé sottostante si manifesta, quello che prima ho chiamato Core.


É una sorta di pulizia, di disintossicazione: tolgo la parte nera e compare la luce sottostante. Una parte luminosa, vera, come solo il Core sa essere, che non ha a che fare con lo splendore del bravo ragazzo, che é solo un buon ruolo, una buona costruzione creata a scopo adattivo, insomma un tarocco, brutta copia della nostra vera luminosità interna. C’é infatti una differenza abissale tra fare il buono e l’esserlo veramente. 


Quando il Sé inferiore si mostra, si assiste alla sua espressione, che é una cosa diversa dall’agire. Per esprimere il sé inferiore occorre un'operazione cosciente: bisogna cioè riflettere su di sé, ammettere le proprie azioni e le proprie responsabilità, non è possibile né mentire né accusare.


Esprimere il Sé inferiore é un'operazione comportamentale che richiede molta onestà ed autenticità. Agirlo é invece semplicissimo, non occorre averne coscienza, avviene in automatico, al riparo della maschera.


I bambini esprimono il sé inferiore spontaneamente, quando mostrano la loro collera, stringono i pugni, storcono la faccia e sembrano sul punto di rompere tutto. Ma non lo fanno, cioè non agiscono.



Gli adulti si: rompono tutto e dicono “é colpa sua, mi ha provocato, io non ho fatto nulla, io sono un bravo ragazzo”. Lavorare sul sé inferiore con un metodo come la Core Energetica é un buon modo per imparare a gestirla, conoscerla, utilizzare la sua energia per scopi costruttivi, come nella metafora “cavalcare la tigre”.


Allontanare la negatività dalla propria vita, significa avere molto potere su quella stessa vita. Ma occorre impegnarsi, salire sulla nuvoletta della spiritualità, senza aver percorso nessun passaggio nella propria Ombra, é solo illusione, significa indossare una nuova maschera, più sofisticata della precedente, ma pur sempre maschera, pur sempre lontana dalla propria verità. 


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