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La storia dello Yoga


Otto braccia Yoga

Lo Yoga affonda le sue radici nella tradizione indiana antica, insieme di diverse culture e religioni, tra cui induismo, buddismo e giainismo.

Attorno allo yoga si sono sviluppate dunque diverse concezioni filosofiche, insegnamenti e pratiche le più diverse.

Conosciamo lo yoga attraverso diverse sorgenti, testi antichi come i Veda, raccolte di iconografie, danze e sonetti in sanscrito, oppure attraverso trasmissioni orali da maestro (guru) ad allievo, in passato, prima della scrittura, unica via di diffusione della scienza yogica.

E’ tuttavia nell’ultimo secolo che lo yoga ha conosciuto un’evoluzione nella pratica, tanto che noi in occidente per lo più conosciamo lo yoga fisico, asana e poco lo yoga del respiro, pranayama, tanto meno quello della meditazione (Dhyana).


Foto di Swami Vivekananda
Swami Vivekananda

A diffondere lo yoga tra i primi in occidente annotiamo Swami Vivekananda già nel secolo XIX° che in Europa e negli Stati Uniti fece conoscere lo yoga come dottrina di vita.

I primi praticanti occidentali lo appresero direttamente in India: a quel tempo si andava direttamente nell’ashram, non esistevano le scuole.

Solo intorno agli anni ‘20 del secolo scorso i primi maestri indiani si spostarono dal loro paese per venire a insegnare da noi in occidente.

Proprio nel 1920 arrivò negli Stati Uniti Paramahansa Yogananda (1893-1952), che tutti conoscono per il suo noto testo "Autobiografia di uno Yogi" del 1946.

Successivamente Eugenia Peterson di origine russa e in arte Indra Devi, fece conoscere lo yoga fisico alle principali attrici hollywoodiane tra cui Marilyn Monroe, Elizabeth Arden, Greta Garbo, Gloria Swanson.

Lo yoga ebbe una grande suggestione nella cultura americana degli anni ‘50 e ‘60, poiché gli americano erano alla ricerca di valori autentici che non ritrovavano più nella mentalità edonista e capitalista.

Ne furono conquistati anche i Beatles, in specie George Harrison e John Lennon, ma fu tutta la band a recarsi in India per ricevere gli insegnamenti di Maharishi Mahesh Yogi.


Foto di Indra Devi
Indra Devi

Con il passare del tempo più maestri approdarono in occidente diffondendo diverse forme di yoga e filosofie legate a questa pratica che prometteva una trasformazione dell’intero stile di vita, purtroppo talvolta la vera essenza dello yoga è stata contaminata da interessi che con tale filosofia hanno poco a che fare, ma questo è sovente l’inevitabile conseguenza di una divulgazione di massa.

Noi conosciamo soprattutto lo Yoga di Yogananda che è un hata yoga di pace interiore, gioia e amore divulgato soprattutto da Swami Kriyananda allivo diretto di Yogananda, l'Anusara Yoga, Ashtanga, Vinyasalo Yoga integrale, lo Iyengar Yoga, il Kundalini Yoga, Sivananda Yoga.

Si trovano moltissimi altri stili, con nomi anche pittoreschi, creati da maestri occidentali. Tra tutti ricordiamo, come il Power Yoga, Acro Yoga, Gravity Yoga, Yogilates, Bikram Yoga, Yin Yoga.


Acroyoga

Che cosa significa Yoga?

Viene dal sanscrito Yuj, ovvero unire, aggiogare, accoppiare ad indicare una pratica che unisce corpo e mente, unità materiale e spirito, coscienza individuale e la coscienza universale, microcosmo con macrocosmo.


Inteso in senso più pratico lo yoga è un mezzo per equilibrare corpo, mente ed emozioni, permette infatti di raggiungere uno stato di piena consapevolezza e percezione del sé interiore.


Le pratiche yoga hanno in sé come obiettivo la realizzazione spirituale, ma danno comunque benefici tangibili a prescindere dagli obiettivi spirituali.


Sui benefici dello yoga torneremo più avanti, vorrei chiarire un punto che spesso crea confusione: lo yoga non é una religione.

E' invece una scienza spirituale, che percorre la via della spiritualità attraverso l'esperienza di sé stessi.


“La spiritualità è neutra, perché non riconosce, come la religiosità, una figura divina definita, specifica, strutturata.” (Luca Maria Grassi, musicista).


La pratica è personale, lo yoga si adatta alla persona.

Ognuno di noi sente e vive la realtà in modo diverso, lo yoga porta man mano a connettersi con il proprio vero sé e portare armonia tra la realtà interiore e la realtà esterna, attraverso lo sviluppo della consapevolezza e conoscenza del proprio essere, inteso come mente, corpo, emozioni.


C'è chi crede che lo yoga sia strettamente legato a delle religioni orientali quali per esempio il Bhuddismo o il movimento Hare Krsna.


L'avvento della New Age fa pensare a molti che lo yoga sia semplicemente una delle branche di questa serie di pratiche molto in voga negli ultimi anni.


Meditazione Yoga

Lo yoga però non ha nulla a che vedere con nessuna di queste cose non è una religione: non c’è quindi spazio per riti o per nulla che sia all’esterno dell’uomo stesso, ma la ricerca del benessere inteso in senso completo.

Lo yoga è quindi una pratica che agisce a livello fisico, mentale ed emozionale, mettendo in prima persona noi stessi, il nostro corpo, il nostro respiro, la nostra mente. E’ molto importante approcciare in modo corretto lo yoga, lavorando non solo a livello fisico, ma accettando di lavorare anche su noi stessi.

Decidere quindi di accettare quello che avviene durante la pratica, di fare realmente esperienza di tutte le dimensioni , fisiche, mentali, emozionali.

Una delle difficoltà che si riscontrano durante la pratica è quello di assumere un atteggiamento di competizione, che porta ad errori nella pratica: voler affrettare i tempi, voler arrivare subito in cima alla vetta, riuscire a tutti i costi in una certa posizione.

Lo yoga è un percorso profondo, lento e sottile.

Agisce anche se in quel momento non stiamo praticando perché man mano diventerà parte di noi, svilupperemo una diversa attitudine e impareremo a centraci su noi stessi. Diventeremo col tempo capaci di osservare noi stessi, scopriremo che mente, corpo ed emozioni sono strettamente uniti e legati: “Un giorno chiesero al maestro Krishnamurti in che modo si potevano unire corpo e mente ed egli rispose stupito con un'altra domanda : ma chi li ha divisi?”

Scopriremo che il nostro corpo ha enormi potenzialità ma anche che ha dei limiti e delle rigidità che vanno accettati e rispettati.

Ogni pratica sarà diversa dalla precedente e dalla successiva perché noi siamo in continua trasformazione ed evoluzione: “Non è importante fare dei passi che un giorno ci condurranno al fine, ognuno di questi passi deve essere in sé stesso una meta” (Goethe).


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