
Le difese caratteriali sono intese come schemi difensivi che coinvolgono più dimensioni della persona: dimensione comportamentale, emotiva, cognitiva, spirituale. Nascono per difenderci dal mondo esterno e dagli attacchi interni.
Il concetto di difesa caratteriale origina da Freud, che fu il primo a concepire l’esistenza di difese psichiche nella mente umana. Fu lui infatti che per primo parlò di un'energia psichica che chiamò libido, ostacolata dalle difese che, con l'esperienza di vita, la mente andava gradualmente a costruire. Reich (allievo di Freud) ha successivamente concepito le difese come vere e proprie strutture caratteriali, formazioni più o meno stabili e impermeabili al cambiamento. Concezione poi ripresa e perfezionata da John Pierrakos e Alexander Lowen, nella terapia bioenergetica.
Con il termine libido Freud indica una forma di energia vitale che rappresenta l'aspetto psichico della pulsione sessuale, suscettibile di venire investita, ossia diretta, verso sé stessi o un oggetto esterno. Secondo la teoria freudiana la sofferenza psichica deriva dalla mancata soddisfazione della libido. L'essere umano ha la naturale tendenza al piacere, come ricerca del benessere fornito dalla suzione del seno materno e successivamente da quella suzione del pollice o dal piacere ricavato dal possesso oggetto transizionale.
Non è però sempre possibile appagare la nostra ricerca del piacere, ci scontriamo con il principio di realtà che con la morale, le norme e i valori ci richiede di stare in controllo e di non soccombere agli istinti. Ad esempio se soddisfacessimo sempre il nostro desiderio di piacere nell'assumere dolci, ci ritroveremmo in poco tempo ammalati di diabete o obesi.
Principio di realtà e difese servono per limitare il piacere stesso, permettendo all'Io di strutturarsi maggiormente per sopportare la frustrazione che deriva dal non soddisfacimento continuo della libido. Possiamo ritrovare questo concetto anche in altri autori, come per esempio in Winnicott, la cui definizione di madre sufficientemente buona ci riporta ad una alternanza di assertività e frustrazione che fanno interiorizzare al bambino un modello per cui egli apprende a gestire gli impulsi contenendoli quando è necessario e appagandoli quando è possibile.
Successivamente Reich riprende il concetto di libido, sottolineando soprattutto il blocco dello scorrere della pulsione sessuale. Il contesto storico nel quale si inquadra la sua teoria è degli anni 20 in Germania, momento in cui il puritanesimo era totalizzante. Le persone sono bloccate, ingabbiate in rigide regole e la libido non scorre libera.

Secondo Reich le difese non sono solo dell'Io ma sono raggruppate in strutture. Si nasce con una predisposizione verso un carattere e poi l'ambiente fa la differenza. Il set delle difese infatti dipende dai geni, ma anche dall'ambiente, dai genitori, e dalla capacità personale di adattamento creativo. Questo adattamento creativo fa sì che davanti al blocco dello scorrere della libido si cerchi comunque il piacere benché in modo distorto, al fine di conseguire un’esistenza almeno accettabile.
Se l'ambiente familiare non permette al bambino un adeguato flusso di energia, mediante l'espressione corporea, emotiva o creativa e non gli permette di sperimentare un adeguato sentimento di sicurezza e supporto al sé, tutte le sue fonti di piacere sono ingorgate o deviate. Egli diventerà un adulto con distorsioni caratteriali, poichè apprenderà a prendere piacere attraverso una distorsione.
Un bambino che vive in un ambiente altamente litigioso e conflittuale, con genitori iper severi e minacciosi, ha una alta probabilità di sviluppare un carattere schizoide, dissociativo, poiché per sopravvivere ha bisogno di dissociare mente e corpo e ritirare l’energia verso il centro del corpo per non connettersi con il mondo. Tutto intorno a lui infatti viene percepito come minaccioso perciò egli da bambino impara a soddisfare il suo bisogno di protezione creandosi una cuccia, una sorta di posto isolato e sicuro. In età adulta il piacere distorto viene ricercato con modalità volte a “rompere e interrompere": interrompere relazioni per nessun motivo serio, attività professionali, amicizie, interessi etc. Inoltre il piacere viene perlopiù tratto dallo scarico delle tensioni in modo primario, senza alcuna elaborazione, a causa di una rabbia fortemente distruttiva.

Un bambino che vive con una mamma scarica affettivamente o molto delegante ai nonni o altri caregivers sostitutivi, svilupperà invece un carattere di tipo orale, vale a dire sarà un bambino sempre piccolo, che con l’avanzare del tempo non conquisterà l’autonomia e si mostrerà incapace di provvedere da solo a se stesso.
Il tipo orale può essere controdipendente e negare quindi di avere bisogni: ostenterà falsa autonomia, trarrà un senso di superiorità e di potenza (piacere distorto) nell’aiutare gli altri, tuttavia mancando di una base energetica consistente, si scaricherà rapidamente, diventando recriminante, pretendente e noioso. Se invece è il tipo orale passivo-dipendente tenderà ad attaccarsi ai genitori o al partner con modalità da eterno fanciullo, intenerendo e impietosendo. Può, se borderline, sconfinare poi nel patologico, per esempio con l’assunzione di droghe.

Un bambino che vive in un ambiente con un genitore insincero, sovente il genitore del sesso opposto, un bambino che si sente tradito nella fiducia riposta nei suoi stessi genitori, svilupperà invece un carattere psicopatico di tipo controllante (non criminale) o seduttivo. Questo bambino imparerà a non fidarsi più di nessuno e altresì a sfruttare gli altri per i propri interessi. La forma di piacere distorto sarà in questo caso quella di ottenere controllo e potere sugli altri. È un carattere diffuso negli uomini ma anche in alcune donne che mettono in atto atteggiamenti da femme fatale. Il piacere distorto viene esercitato tramite la manipolazione dell’altro, nel sedurre, nell’erotizzare e sessualizzare ogni forma di contatto.
Se l’ingorgo della libido non trova risoluzione in alcun modo ne deriva perlopiù un carattere masochista. L’individuo si sente in colpa perché se cerca di provare piacere sente che sta togliendo il piacere ad altri o quantomeno non si sta più occupando di loro, ma allo stesso tempo se si sacrifica e rinuncia al suo piacere, diventa molto frustrato. Covando rancore dentro, rancore che non sa esprimere attivamente ed efficacemente, trasforma il suo agire in atteggiamenti passivo-aggressivi, da cui trarre in maniera sostitutiva e distorta quel piacere precedentemente negato.
Il carattere rigido, statuario e armonioso nel corpo, figlio di genitori severi, trae il piacere attraverso la critica agli altri, al fine di sentirsi il migliore. Vanta grandi conquiste personali e professionali, ed è un grande campione della moralizzazione estrema dei costumi altrui. La sua difesa principale prevede il congelamento di natura emotiva e lo si può osservare comportamentalmente poiché il rigido è sì armonioso, ma anche decisamente bloccato, compatto e poco espressivo.

Quando la nostra naturale tendenza a vivere con piacere si scontra con una realtà che non permette il libero fluire della libido quindi, si formano le difese caratteriali. Benchè questo non sia l'unico motivo: le difese servono altresì a proteggere il sé dalle violazioni esterne, dalle difficoltà nell’infanzia incontrate dal bambino nell’ambiente domestico, a causa della povertà psicologica delle figure di cura o dell’ambiente extra-familiare.
Rispetto a Freud la grande intuizione di Reich, poi ripresa da Lowen e da Pierrakos è che le difese caratteriali sono visibili nel corpo. Il corpo della personalità MASOCHISTA si presenta come grosso, massiccio, sovente flaccido. Quello dello SCHIZOIDE è invece disarmonico, a differenze di quello PSICOPATICO che è armonioso, ma verticalmente spiazzato. Il RIGIDO ha un corpo statuario, armonioso e potente e possiede un bel portamento, mentre l’ORALE si presenta per lo più filiforme, scarico, pallido e debole.
La bioenergetica sostiene l’idea che quello che si ha nella mente possa vedersi anche nel corpo, un corpo che si adegua per poter accogliere la difesa più funzionale per la sopravvivenza del bambino. Il carattere si forma in un momento della vita in cui il bambino non può fare altrimenti e viene costruito come un progetto senza scadenza. In realtà il mondo che ci circonda cambia e se le nostre difese non vengono aggiornate non saranno più funzionali e creeranno disagio e malessere. Il grande successo che da bambini hanno avuto le difese quindi si scontra con la nuova realtà: occorre un'evoluzione, pena il fallimento del progetto esistenziale. Molte persone si ammalano proprio per la loro incapacità di aggiornarsi ai cambiamenti epocali, non solo quelli sociali, ma anche e soprattutto quelli legati ai cambiamenti fisiologici e psichici che le diverse età della vita propongono e che non dovrebbero rimanere inascoltati.

Ogni struttura caratteriale possiede quindi un compito evolutivo e il terapeuta può aiutare il cliente nel raggiungimento di un nuovo equilibrio e benessere, in armonia con tale "life-task".
Il compito evolutivo dello schizoide è quello di riconoscere cosa è minaccioso e cosa non lo è, con la conseguente possibilità di smettere di essere costantemente in guardia ed imparare ad avere fiducia nel mondo, aumentando i sentimenti di sicurezza. Il compito evolutivo dello psicopatico è quello di imparare ad amare in modo genuino e legare i sentimenti amorosi a quelli sessuali. Il compito evolutivo del carattere orale è quello di imparare a chiedere, non negando più i suoi bisogni. Il compito evolutivo del carattere masochista è imparare a dire no e rispettare i propri confini e infine, ma non in ultimo, aumentare il piacere di vivere. Il compito evolutivo del rigido è quello di imparare a sentire le proprio emozioni e sentimenti, essere più espressivo, meno prestazionale, più autentico e meno adeguato.
Perchè è difficile cambiare?
Il cambiamento dei set difensivi crea una grande resistenza perché la persona ha creato con le proprie difese una zona di comfort in cui i sintomi vengono sopportati. Uscire da quello spazio crea angoscia, terrore di incontrare i motivi per cui le difese sono state create. Le resistenze del carattere orale nella sessione terapeutica si manifestano dichiarando di avere stanchezza, di non sentirsi in grado di sostenere il lavoro corporeo, adducendo magari pretesti come una giornata molto pesante, oppure al contrario sostenendo di stare bene e di non avere nulla per cui lavorare in seduta. Lo schizoide attua difese che spaziano dal polemizzare costantemente all’esprimere aggressività, anche nei confronti del terapeuta. Lo psicopatico difficilmente richiede un percorso di terapia, lo vivrebbe come un fallimento del suo fragile narcisismo. Il masochista si difende non ricordando o sostenendo che “quel percorso non gli porta giovamento”, che nulla può aiutarlo veramente. Il rigido resiste dalla profondità sostenendo che tutto nella propria vita in quel momento sta andando bene, non entrando in contatto con nulla che sia negativo, poiché il contatto con questo tipo di emozioni è giudicato una sconfitta.

Conclusioni
Ho riflettuto, al termine di questo seminario, sulla valenza positiva della formazione delle difese caratteriali. Esse ci hanno aiutati a sopravvivere quando la cosa non era scontata e forse per questo io le guardo con amore e rispetto. Per me hanno molto a che fare con alcuni dei diritti fondamentali dell’essere umano, innanzitutto con il diritto di esistere che in alcuni contesti non è così scontato. Penso alle situazioni di violenza domestica, di abuso sui minori, ma anche a situazioni magari meno impattanti superficialmente ma che per un bambino possono diventare ferite profonde.
Penso anche al diritto di essere autonomo, di affrancarsi da situazioni vincolanti come genitori molto controllanti o soffocanti, o difficoltà economiche con cui si può combattere fin da piccoli. E poi penso al diritto di poter avere bisogno, che per me non riguarda solo il momento dell’infanzia, con una madre sufficientemente buona che possa accogliere e modulare le richieste del bambino, ma riguarda anche la crescita e l’ingresso nella prima socialità come la scuola e deve continuare nell’adolescenza e nell’età adulta, dove anche esistono diritti inviolabili per ogni essere umano, tra cui il fondamentale è quello dell’autonomia e dell'auto-realizzazione.
Forse mediata dal mio essere madre cerco di riconoscere nei miei figli le caratteristiche fisiche di quella che può essere una ferita involontariamente inferta e come nella condivisione finale di questo seminario, mi apro a domande su come i genitori psicologi possano modulare la loro attenzione nei confronti dei figli nel modo migliore. Quando prestarla, su cosa prestarla e su cosa invece lasciar correre.
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