Cos'è grounding?
Tradotto in italiano con la felice espressione di radicamento, possedere grounding significa avere i piedi per terra e saper stare in piedi suoi propri piedi, senza essere "appoggiati agli altri". Essere senza grounding significa invece essere manipolativi con gli altri, oppure avere la testa tra le nuvole, gambe o ginocchia deboli oppure il guardare gli altri dall'alto in basso. Un obiettivo primario nella bioenergetica è dunque quello di diventare più radicati in se stessi e nelle proprie relazioni con gli altri, apprendendo a sentire la terra sotto i propri piedi, sentendosi solidi in se stessi.
Un po' di storia del Grounding
Quando negli anni ’50 Alexander Lowen e John Pierrakos, i due più importanti allievi americani di Wilhelm Reich (il padre della medicina psicosomatica e a sua volta discepolo di Freud), iniziarono la loro pratica psicoterapeutica secondo i dettami dello stesso Reich, notarono che si ottenevano migliori risultati con i loro pazienti se durante le sedute essi affrontavano una parte del lavoro psicoterapeutico in piedi e non sdraiati sul lettino, alla maniera freudiana. Rimanendo “sulle proprie gambe”, era in effetti più facile per le persone contattare sensazioni ed emozioni, ovvero farne esperienza e dunque appropriarsene, invece che semplicemente “parlarne”.
Con la posizione eretta era possibile ottenere un maggior contatto con il proprio corpo e con la coscienza di sé: l’iniziale sensazione soggettiva di fragilità che i pazienti portavano nelle sedute si modificava percependola e affrontandola sulle proprie gambe, come se le persone scoprissero per la prima volta che la loro debolezza era dovuta a un’esagerata condizione di blocco ma che era possibile, riattivando i processi energetici, affrontare, elaborare e, con il tempo, integrare la condizione di malessere.
Era così che nasceva la bioenergetica, una terapia basata sulla continuità tra corpo e mente, ovvero una disciplina che metteva insieme la classica terapia analitica con l'approccio al corpo, quale contenitore delle emozioni rimosse dalla persona e quale espressione del suo carattere psicologico. Fu fondata da Lowen e Pierrakos intorno agli anni '5' del secolo scorso.
Le resistenze a diventare più radicati
Il processo energetico che doveva portare a riacquistare un buon grounding era naturalmente lungo. La “messa a terra” dei pazienti non era mai stata stabile, la presenza di tensioni muscolari nella gambe, oppure di aree di vuoto e la difficoltà ad avere un buon contatto con il suolo, si poteva correlare con sensazioni di insicurezza, affaticamento e sfiducia che affondavano le radici nella mancanza di solidità, di un “suolo sicuro” nella relazione con le figure primarie durante l’infanzia.
Lowen e Pierrakos sperimentavano quanto alcune persone fossero radicate in false idee su loro stesse, spesso “appese verso l’alto” (hung-up). Credendosi importanti o migliori di altre, potevano vivere a lungo al di sopra delle loro fragilità e delle sensazioni di “vuoto in basso”, senza mai percepirle. Una condizione non facile a modificarsi essendo lungamente strutturata nella personalita. L’assenza di un reale radicamento a terra, (sostituito da un ego molto espanso e sovente materialista), le avrebbe tuttavia portate un giorno a cedere, accusando sentimenti di stanchezza, sfiducia o rassegnazione, addirittura panico o depressione e senza riuscire a connettersi alle cause di tali sintomi.
Per altre invece la messa a terra era ancora costituita dalla presenza dei genitori nella loro vita, figure dalle quali non si erano mai veramente staccati, per una evidente mancanza di autonomia o per una mai risolta inclinazione all’obbedienza familiare. Altri infine arrivavano alla terapia “con la testa tra le nuvole”, ovvero staccati completamente dal modo comune di vivere e affollati di pensieri disancorati dalla realtà e mancanti di pragmatismo.
Andare giù non è fallire
Per tutte queste persone lo “scendere verso il basso”, verso la terra per stare sulle proprie gambe, era vissuto come una sconfitta, il contrario del “tenersi su”. Oppure era vissuto come minaccia di perdere i legami con le figure di riferimento del passato o come un eccessivo fidarsi del mondo. E’ vero infatti che tutti abbiamo in qualche modo appreso che lo “scendere giù” é simile a cadere, fallire, mancare di qualcosa, oppure il “fare da sé, restando sulle proprie gambe” (equivalente del "seguo la mia strada”), può comportare il rischio di perdere le persone che amiamo, la paura di deluderle o il timore di non poterle più controllare. Si tratta di sensazioni per lo più apparenti, a dispetto della percezione che ne abbiamo. Se infatti scendiamo a terra “in grounding” abbiamo l’opportunità di constatare quanto vigore ci sia nelle nostre gambe e quanta capacità di fare un reale contatto con le cose della vita. Similmente agli alberi possiamo cogliere dal suolo nutrimento ed energia per espandere le nostre possibilità.
Quindi nel linguaggio bioenergetico grounding assume una serie molto ampia di significati: stare sulle gambe, radicamento, stabilizzazione, saper vivere il momento presente. Il grounding non è uno spontaneo atteggiamento, richiede applicazione e costanza nel seguire una pratica attraverso la quale cercare di dare ordine e concretezza alla propria vita dotandosi di una struttura. Nell’approccio bioenergetico vi sono delle tecniche di lavoro corporeo volte a stabilizzare il proprio fondamento energetico, a creare grounding e allineamento, capacità di “reggere” emozioni e sostenere prospettive mentali diverse e insight (1) che vanno a sostituire un mondo mentale fatto di immagini, proiezioni e idealizzazioni.
Poiché la bioenergetica crede nell’identificazione dell’Io nel corpo, la serie degli esercizi e delle pratiche corporee di grounding è indirizzata a portare il centro di gravità di un individuo dalla mente (o addirittura “dalle nuvole”), verso nuclei vitali come il cuore, il ventre o altre sedi dell’energia e delle emozioni, legate all’esperienza sensoriale prima che a quella cognitiva. Molti individui, la cui funzione pensiero è molto sviluppata, possono beneficiare della tecnica di grounding, la quale riporta “a terra” e alla concretezza della reale esperienza esistenziale.
Il grounding è un’innovazione fondamentale che distanzia la tecnica bioenergetica di Lowen e Pierrakos da quella reichiana: l’innovazione, come già accennato è l’aver messo in piedi il paziente durante la seduta. Sebbene le sedute di Reich, come lo stesso Lowen racconta in Arrendersi al corpo (1994), fossero decisamente dinamiche, esse si svolgevano per lo più “in posizione freudiana”. Nella foto sopra é illustrata una delle pose base di radicamento definita bend-over (“piegarsi in avanti”).
Diceva Lowen: “noi esseri umani siamo come gli alberi: radicati al suolo con un’estremità, protesi verso il cielo con l’altra, e tanto più possiamo protenderci quanto più forti sono le nostre radici terrene. Se sradichiamo un albero, le foglie muoiono, se sradichiamo una persona, la sua spiritualità diventerà un’astrazione senza vita” (2).
La maggior parte degli esercizi di body-work, in bioenergetica e corenergetica si svolgono nella posizione di grounding, che é quindi punto di partenza e di arrivo della pratica bioenergetica di bodywork. Tale posizione testimonia la volontà e l’impegno dell’individuo di essere sulle sue gambe quando le cose avvengono, ovvero nel momento presente del “qui e ora” e non nel passato del “là e allora”.
Nella posizione base del grounding, la persone si trova in piedi, con le gambe distanti tra loro quanto la larghezza delle spalle, i piedi paralleli con gli alluci “che si guardano” e le ginocchia appena flesse. La schiena (come in foto sopra) può leggermente inarcarsi all’indietro e le mani si chiudono a pugni all’altezza dei reni. Le ginocchia piegate consentono alla tensione di scaricarsi a terra: diversamente, a gambe e ginocchia rigide, l’energia resta bloccata nella schiena, scaricandosi impropriamente sulla colonna vertebrale. A partire da questa posizione, si piegano e si raddrizzano leggermente le ginocchia, senza mai distenderle completamente, sintonizzando questo movimento con il respiro.
“Molte persone sono state significativamente influenzate dal lavoro di Alexander Lowen. I suoi sviluppi in Analisi Bioenergetica (originalmente con John Pierrakos), (..) sono rimasti esemplari. Tuttavia, vi sono stati dei cambiamenti significativi al lavoro di Reich. Difatti, Lowen e Pierrakos alterarono il paradigma terapeutico reichiano, togliendo enfasi al concetto di potenziale orgastico e anche omettendo la connessione tra la terapia reichiana e i suoi studi sull’energia orgonica.(3) Lowen ha sviluppato l’addizionale concetto di “grounding”nella terapia, lavorando in piedi (piuttosto che stesi o sul divano, e aprendo alla respirazione(..). Attraverso l’istintiva chiarezza dei suoi testi, egli ha contribuiti a pubblicizzare e” normalizzare” il lavoro clinico di Reich (vegetoterapia) e aprendo la strada verso cui la Body-Psychotherapy (benché ancora non si chiamasse così all’epoca), sarebbe diventata rispettabile, vista la negativa (..) pubblicità creatasi attorno a Reich a seguito della sua reclusione. (3)
Stare in grounding porta alla formazione dell’uomo nuovo: Il grounding è la naturale forza che tiene legato l’uomo alla terra, con l’ausilio dell’energia che proviene dal cielo come guida. E’ una forma di amore per se stessi, un atto che l’uomo dedica a sé e alla comprensione di se stesso, all’ascolto di emozioni, pensieri consapevoli e dello stato “fisico” del suo corpo.
(1) Insight: stato di comprensione intuitiva e improvvisa di qualcosa che appartiene a sé, prima sconosciuto.
(2) A.Lowen, La spiritualità del Corpo, 1990.
(3) The History and Development of Body-Psychotherapy: The American Legacy of Wilhelm Reich, Courteney Young, pagg. 10- 11, dal sito dell’EABP (European Association for Body Psychotherapy
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Nicola Sensale, psicologo e terapeuta corporeo, é stato allievo diretto di John Pierrakos, cofondatore della Bioenergetica e fondatore del processo evolutivo denominato Core Energetica.
Nicola Sensale, 2022
Riproduzione parziale o totale del presente articolo ammessa, citando l'autore medesimo.
Bibliografia
A. Lowen, La spiritualità del Corpo, Astrolabio
Alexander Lowen La Voce del Corpo, il ruolo del corpo in psicoterapia , Astrolabio, 2009
Alexander Lowen, Bioenergetica, Feltrinelli, 2004
Hoffmann e Gudat, Bioenergetica, Red Edizioni, 2004
F. Padrini, Esercizi di Bioenergetica, Xenia, 2007
J. Grossman, Vivere e Amare, Crisalide, 1997
Totton e Edmondson, Terapia Reichiana, Red, 1999
U.Galimberti, Dizionario di psicologia, Garzanti, 1999
Rosenzweig e altri, Psicologia Biologica, Ambrosiana, 2009
Grounding: la rivista italiana di analisi bioenergetica Pubblicato da Franco Angeli
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