I processi energetici sono il modo in cui la vita nell’universo e in noi si manifesta.
Il termine processo energetico, ci da l’idea che ogni cosa è in movimento, ovvero che le cose intorno anni non sono mai veramente ferme, non lo è la natura, non lo è il nostro respiro e anche quando apparentemente una cosa muore o finisce, essa non è ferma, perché si trasforma: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma (A. Lavoisier, legge della conservazione della massa).
I processi energetici sono dunque pieno movimento e posseggono caratteristiche sia fisiche che psichiche, sia quantitative, che qualitative.
Sia le caratteristiche fisiche che quelle mentali dei processi energetici sono di natura qualitativa che quantitativa: un’importante o rapida capacità di attivazione energetica del corpo, un buon tono muscolare, può essere definito come “quantità”, come anche la capacità di reggere mentalmente dei forti carichi quotidiani.
Il modo in cui muoviamo quei muscoli o reggiamo quei carichi, può essere definito come l’aspetto qualitativo, la forma che il movimento energetico assume.
C'è inoltre una completa identità funzionale tra mente e corpo, secondo il principio ben descritto da Alexander Lowen.
Ciò che accade nella mente, accade anche nel corpo.
Perciò se siamo mentalmente stanchi, tristi o abbattuti, la componente psichica del processo energetico che è l’emozione della stanchezza, tristezza o abbattimento, si sposterà nel corpo, attivando un processo energetico altrettanto “stanco e abbattuto”, quantitativamente scadente.
I nostri processi energetici variano da una gamma molto ampia, tra quantità e qualità: statici, moderati, attivi, molto attivi, massimamente attivi, disordinati, caotici, confusi, vorticosi, dinamici, liberi, fluidi, oppure scarsi, scarichi, bloccati, inefficaci, distorti, scadenti, di cattiva forma.
I processi energetici con il tempo decrescono e si formano blocchi: perché?
Se all’origine della vita i processi energetici nel neonato sono molto fluidi e di elevato livello qualitativo (non ci sono blocchi, c’è molta gioia e forza vitale), con il passare del tempo molti eventi esistenziali, specie se dolorosi o traumatici, costringono alla costituzione di determinate difese e a un conseguente ridimensionamento o blocco totale dei processi energetici.
Anche se non fossero accaduti eventi infantili troppo disturbanti, è noto che l’educazione e la cultura attuale non danno al corpo la dovuta attenzione, vi sono molti divieti cui il corpo è sottoposto e le espressioni delle emozioni attraverso il corpo debbono essere sempre adeguate, oppure certe emozioni non si possono neanche esprimere.
I bambini imparano presto a perdere la loro espressività, come richiesta della società.
Nel passaggio dalla scuola elementare alla media inizia il processo di perdita della spontaneità, simboleggiato dall’aumento di peso dello zainetto.
La vita stessa, nel passare dall’infanzia all’età adulta è sempre meno corporea, aumenta il carico delle attività mentali e delle responsabilità (famiglia, lavoro, figli, preoccupazioni economiche) che pesano sul corpo e l’attività fisica diminuisce, da cui la necessità di continuare a praticare sport o attività fisica.
Queste sono alcune delle ragioni per li quali con il passare del tempo la nostra capacità di produrre energia diminuisce e non è solo dunque perché il corpo invecchia e si assiste a un decadimento biologico. Diminuisce la forza vitale perché ci sono troppi blocchi, troppi divieti e responsabilità, che insistono sul corpo come scudi e difese e perché la volontà, ovvero la spinta autorealizzativa che Carl Rogers, ha chiamato la tendenza attualizzante, si è attenuata. Nella depressione la tendenza attualizzante è praticamente azzerata.
C'è comunque una sostanziale differenza tra energia statica e bassa energia o energia bloccata.
L’energia espressa in forma statica è una naturale condizione dei processi vitali, necessaria a una successiva fase più attiva e dinamica, mentre un processo energetico bloccato è una condizione di disequilibrio dovuto ai conflitti interiori o agli ostacoli sociali, educativi, etc..
Si può dire che i processi energetici più salutari sono quelli che presentano un ottimale equilibrio tra fasi statiche e dinamiche (veglia-riposo), mentre la disarmonia si manifesta come blocco parziale o totale del flusso oppure come iperattivazione o costante e importante oscillazione (fuori misura), tra i due estremi dei medesimi processi.
Il corpo deve dunque tornare “nel movimento” per riportarsi al suo equilibrio energetico soddisfacente, superando blocchi e ostacoli di vario genere.
Le Arti Terapie Espressive ottengono questo scopo con varie pratiche, esercizi, giochi che hanno il compito di riattivare, riscaldare, convincere, stimolare nuovamente il corpo all’azione attiva e creativa, permettendo dunque delle buone nuove pratiche di movimento, più funzionali, creative, rigenerative.
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